26 ottobre 2012

Appunti autunnali

Il passaggio dalla stagione estiva e quella autunnale è segnato dall’equinozio d’autunno (22 settembre), momento in cui la durata del giorno equivale a quella della notte. Dal giorno successivo le ore di luce iniziano a diminuire a favore del buio. In questo periodo i granai sono pieni del “primo raccolto”, ora si svolge il “secondo raccolto”. I frutti di questa stagione hanno caratteristiche differenti da quelli estivi: polpa zuccherina, amidacea, compatta, nutriente come quella di zucche, castagne, cachi, noci ; i loro colori sono caldi, nei toni dell’arancio, marrone, verde scuro come a voler riscaldare il nostro corpo per sostenerlo nei repentini sbalzi di temperatura. La Natura ci insegna che ogni frutto stagionale è adatto al momento che stiamo attraversando e che matura per fornirci i nutrienti di cui abbiamo bisogno; a questo modo le vitamine che contengono sono equilibrate e pienamente disponibili ad attivare le funzioni metaboliche del nostro organismo. I frutti non raccolti cadono a terra, si decompongono ma nulla va sprecato. I semi caduti “dormiranno” il sonno dell’inverno sotto una calda coperta di humus, pronti a schiudersi appena il calore e l’umidità creeranno le condizioni adatte alla germogliazione. Anche ciò che potrebbe apparire perso continua silenziosamente a far parte di un processo di trasformazione; un flusso in continuo movimento. Questa è la vita. Nell’autunno tutto assume il colore della maturità e la nostalgia per la spensieratezza dell’estate, la giovinezza, sussurra agli animi sensibili perché “chiamati al proprio raccolto interiore”. Inizia una stagione accompagnata da una maggiore introspezione e le prime nebbie invitano a scaldarci davanti ad un caminetto in cui arde un bel fuoco, ottima occasione per cucinare caldarroste e condividerle con gli amici. Questo è anche il periodo del vino nuovo e un proverbio dice: “A San Martino, castagne e vino”. Le castagne sono i semi del frutto del castagno, hanno un elevato valore nutrizionale perché contengono amidi, proteine, vitamine e pochi grassi. Nel passato hanno sfamato la popolazione più povera mentre oggi, per scarsa conoscenza, spesso vengono sovrapposte ad un abbondante pasto appesantendo la digestione e causando fastidiose fermentazioni. Per quanto descritto si consiglia di cibarsene in stagione e lontano dai pasti principali. Possono costituire anche una cena precedute da verdura cruda. La castagna è indicata a chi soffre di stanchezza stagionale, a chi deve riprendersi da influenze e raffreddori, a chi manca di concentrazione ed è soggetto a forte stress. La quantità di fibre presenti nella castagna è fondamentale per la motilità intestinale e per il riequilibrio della flora batterica, oltre che di valido aiuto nella riduzione del colesterolo. Coloro che soffrono di aria nello stomaco, di colite e di gastrite dovranno fare molta attenzione alla loro assunzione. Ottimo l’impiego della farina ottenuta dalle castagne per realizzare dolci, budini e crepé adatti anche ai celiaci, intolleranti del latte e vegani. Monica Saletti

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